giovedì 30 ottobre 2008

Teatro, il TAR zittisce il comune

Annullato dai giudici di Catanzaro l’intero iter della pratica per la realizzazione dell’importante struttura. La sentenza accoglie il ricorso dei titolari dell’area da espropriare/1

Dopo due anni di estenuanti battaglie legali è giunta implacabile la sentenza di primo grado da parte del Tar Calabria. Edè un giudizio pesante come un macigno. Gelido come il ghiaccio quello emesso al termine della Camera di consiglio dello scorso 24 ottobre dai giudici amministrativi del capoluogo di regione, i quali hanno di fatto inteso dire un secco no alla realizzazione del nuovo teatro comunale. Il dispositivo della sentenza in proposito parla un linguaggio fin troppo chiaro. I giudici, infatti, da un lato hanno accolto in toto le ragioni avanzate più volte dai proprietari del terreno (vicino piazza Nassirija, ndr), i quali da sempre sono contrari all'esproprio dell'area, e dall'altro invece bacchettano duramente l'amministrazione del sindaco Franco Sammarco, la quale a suo tempo aveva individuato quel terreno quale luogo ideale per mettere in piedi la struttura. Per l'esecutivo della città, insomma, la decisione del Tar si tramuta in una autentica batosta. Ma soprattutto in un pesante richiamo alla piena osservanza delle regole che, a parere dei giudici, sarebbero state poco rispettate dagli inquilini del Palazzo di Città. Da qui, pertanto, la scelta del Tar di annullare tutta la pratica riguardante la realizzazione del teatro, rimettendo in discussione l'intero iter burocratico portato avanti dagli uffici comunali, in particolare da quelli del settore Urbanistica. Sotto accusa, dunque, documenti, note, delibere e progetti. Tutto è stato azzerato, cancellato ogni singolo foglio. Il tribunale amministrativo ha accolto anche i ricorsi con motivi aggiuntivi presentati di recente, sempre dai proprietari dell'area dove, come detto, sarebbe dovuta sorgere l'opera. Ogni cosa, insomma, è divenuta carta straccia: dalla localizzazione del terreno, passando per il progetto preliminare, definitivo ed esecutivo della struttura, fino ad arrivare al bando di gara, che poco meno di un anno fa aggiudicò l'appalto dei lavori, peraltro mai partiti, dovrà essere ripensato. Serve ricominciare da capo, anche se l'amministrazione potrà ancora fare ricorso al Consiglio di Stato, ma solo dopo che saranno depositate da parte dei giudici amministrativi le motivazioni della sentenza. Gli stessi che oggihanno deciso di sposare appieno quanto prospettato da chi non voleva farsi espropriare il terreno e respingere, invece, la posizione del Comune capoluogo. Tutto è stato, dunque, valutato nei minimi dettagli: il ricorso con i relativi allegati, l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Vibo Valentia e quello della Regione Calabria, le memorie difensive e tutti gli atti della causa. Il tutto, poi, confortato dall'articolo 23 bis comma sesto della legge 6 dicembre 1971, numero 1034, introdotto dalla legge 21 luglio 2000,numero 205, è scritto nella sentenza. La decisione del Tar, inoltre, rischia di mettere in pericolo il finanziamento statale di sei milioni di euro, in quanto la sentenza dei giudici molto probabilmente sarà inviata al Ministero competente, il quale ripetutamente ha minacciato di ritirare i fondi per via del mancato rispetto da prte del Comune del cronoprogramma dell’opera. Comprensibile soddisfazione ieri pomeriggio è stata naturalmente espressa da Domenico Colaci, uno dei due legali scelti dai titolari del terreno per portare avanti le loro ragioni contro quelle di Palazzo Razza. L'avvocato vibonese, tuttavia, nonostante abbia espresso compiacimento dal punto di vista professionale, non ha mancato di sottolineare che «tale tortuosa vicenda è comunque condita da un pizzico di rammarico, legato - ha puntualizzato l'amministrativista - alla constatazione dell'impossibilità di chiudere la storia con una soluzione transattiva concordata per tempo». La spinosa e turbolenta vicenda della mancata realizzazione del nuovo teatro comunale, dunque, si chiude nel peggiore dei modi per l'amministrazione del sindaco Sammarco. Il primo cittadino, peraltro, sin dal giorno del suo insediamento a Palazzo Luigi Razza aveva apertamente dichiarato che il suo esecutivo avrebbe certamente avviato la realizzazione dell'importante opera. Ma oggi il sindaco deve mandare giù un boccone fin troppo amaro. E a conti fatti anche nel caso in cui si decidesse di fare ricorso al Consiglio di Stato e ottenere eventualmente ragione, i tempi per realizzare il teatro appaiono ristretti rispetto alla scadenza del mandato, prevista tra poco più di un anno mezzo. Sulla vicenda, inoltre, va ricordato che lunedì prossimo l'assessore ai Lavori pubblici Antonio Iannello sarà chiamato a relazione in Consiglio. E in merito, l'amministratore solo qualche giorno fa dalle pagine del Quotidiano aveva confidato che il civico consesso sarebbe stata «un'occasione per affrontare in aula un dibattito importante per la città». Lo stesso penseranno oggi anche i consiglieri di opposizione e, probabilmente, anche più di un rappresentante dell’attuale maggioranza di centrosinistra.

di Francesco Mobilio
da "Il Quotidiano della Calabria" del 30/10/2008

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