
Sindaco, assessori e dirigenti sott’accusa: «Amministrazione apatica e inattiva»
NON viene salvato assolutamente nessuno. Tutti dentro. Davanti ad un'amministrazione comunale «sorda e miope», che peraltro con «la sua negligente inoperatività ha colpevolmente contribuito allo scempio di una città in balia dei venti che a volte tolgono ed a volte restituiscono teatri, ospedali, tangenziali,strade e palazzi», appare pressoché impossibile assolvere chi ha scelto e sceglie soprattutto ancora oggi la politica «del non fare». E allora tutti sono responsabili della mancata risoluzione dei tanti, troppi e gravissimi problemi che affliggono l'intero territorio comunale: sindaco, assessori, dirigenti. L'intero esecutivo di Palazzo Luigi Razza viene, pertanto, invitato a prendere atto«dell'impossibilità di proseguire il proprio mandato» e, dunque, a fare ritornare i cittadini vibonesi alle urne. E' implacabile il giudizio che Confindustria Vibo traccia sull'azione politico-amministrativa portata avanti dall'esecutivo targato Franco Sammarco in oramai quattro anni di governo della città capoluogo. Un vero e proprio atto d’accusa dai toni infuocati e pieni di delusione mista a rabbia. Dalla sede di viale Affaccio giungono parole pesantissime,di pietra. Giudizi duri, quanto inequivocabili,che sanciscono, secondo l'associazione presieduta da Domenico Arena, un autentico fallimento nel modo di gestire la cosa pubblica e, in particolare, segnano l’incapacità di rapportarsi con il comparto edile, oggi in serie difficoltà. Tant'è che la paralisi che sta vivendo il suddetto settore «conseguentemente al “blocco” dell'amministrazione comunale all'indomani delle azioni giudiziarie della Procura di Vibo Valentia(inchiesta Golden House, ndr)», per l’associazione degli industriali, trova il principale motivo«non negli atti giudiziari,che devono necessariamente seguire il loro corso naturale e sui quali confidiamo pienamente nell'opera della magistratura, bensì nell'apatia e nell'inattività di un'intera amministrazione,sia essa rappresentata dal sindaco, dai suoi assessori o dai dirigenti».Confindustria ricorda allora che a tempo debito l'associazione si era mossa a favore del Comune. Ma l'offerta di collaborazione«tecnica, la ricerca faticosa di ogni possibile soluzione, la disponibilità a comprendere le ragioni della politica, la volontà di non cedere alla facile polemica o all'attacco preventivo al fine di scongiurare questi devastanti effetti, non sono serviti a nulla». Anzi, il sindaco della città ed il suo esecutivo«hanno letteralmente ignorato ogni segnale,ogni sforzo, ogni offerta, proveniente dalla maggiore associazione di categoria che tutela e rappresenta le imprese ed i costruttori edili della provincia di Vibo. Confindustria ed Ance - si legge ancora in una nota – hanno lavorato seriamente ed in silenzio, per come sono abituate a fare, offrendo al sindaco, ai suoi assessori ed ai dirigenti dell'amministrazione, in ripetuti incontri nell'arco di questi mesi, approfondimenti, pareri ed analisi,attendendo che almeno una parte di loro decidesse ed attuasse misure ed azioni a tutela dell'ente, delle imprese e dell'intera cittadinanza». Ma anche in questa vicenda, «come del resto in tutto il mandato dell'amministrazione Sammarco», viene fatto presente che «è prevalsa la filosofia del non fare, del non decidere,dell'attesa di chissà quale evento che potesse risolvere, al posto dell'amministrazione,le scottanti questioni».Questo è, dunque, a giudizio di Confindustria,il risultato della gestione del sindaco, il quale «ha incarnato la filosofia della non decisione,che ha adottato la strategia del non negare e del non concedere, nel tentativo, sinora ben riuscito, di tenere disperatamente a galla una barca che non solo fa acqua da tutte le parti ma, che ancor peggio, provoca danni incalcolabili ad una comunità ormai stordita ed agonizzante».Un'amministrazione, inoltre, che «non ha intrapreso nessun atto ufficiale, nemmeno uno, all'indomani della pubblicazione delle diverse ordinanze del commissario delegato per l’emergenza alluvione (Agazio Loiero,ndr), per prevenire e risolvere una crisi che si palesava nella sua entità di giorno in giorno
e che si manifesta oggi nell'ultimo atto, come una ghigliottina sul collo di una economia già smembrata da banche tutt'altro che etiche e crisi mondiali». E ancora: «Un'amministrazione - si fa notare- che «governa “non governando” una città in emergenza continua e globale (sanità,edilizia, rifiuti, viabilità, Psc, qualità della vita), ricorrendo ai rinvii, alle dilazioni, ai forse e che solo adesso con le spalle al muro,decide di affidare ai tecnici l'incarico per dipanare una matassa davvero ingarbugliata. La decisione di scaricare ancora una volta le responsabilità politiche pesanti come macigni nella mera ricerca di tecnicismi e soluzioni,poteva e doveva essere attivata ben prima di oggi, dato che tale intuizione, davvero tardiva,comporterà comunque il prolungamento della paralisi per chissà quanti mesi ancora».Una misura, questa, che oggi Confindustria Vibo ritiene, dunque, «assolutamente insufficiente e che ci costringe da un canto a stimolare questo dibattito, nell'auspicio che possa trovare condivisione anche delle altre categorie produttive e professionali, dall'altro a proseguire comunque nell'offerta di supporto che potrebbe culminare con la costituzione di un tavolo tecnico collegiale che possa individuare misure e provvedimenti condivisi e urgenti».In assenza, quindi, «di attività e segnali concreti», da viale Affaccio invitano con forza l'amministrazione Sammarco «a prendere atto dell'impossibilità di proseguire nel mandato. Crediamo - chiude Confindustria -che i cittadini ed i corpi intermedi, di qualunque estrazione, debbano far sentire ed esercitare chiaramente la loro ferma e totale condanna e sfiducia nei confronti dell'azione di una classe politica che ha disatteso interamentelelegittime aspettative e le esigenze di un'intera comunità».
di Francesco Mobilio
da "Il Quotidiano della Calabria" del 28/03/2009
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