
Dai pacchetti di sigarette oramai vuoti alle lattine ammaccate. Per terra anche scatoloni di cartone, pezzi di plastica, i legnetti consumati dei gelati confezionati. E poi fazzolettini di carta stropicciati per via dell'uso, buste, sigarette fumate e gettate liberamente sul selciato. E ancora caramelle sciolte dal caldo e appiccicate sulla pietra lavica, la carta della pizza con rimasugli vari, gli immancabili escrementi di qualche animale di passaggio, naturalmente domestico e ben educato dai rispettivi padroncini di turno. Corso Vittorio Emanuele III ieri mattina si presentava così agli occhi di chiunque si trovasse a passare: residenti e turisti, giovani e anziani, bambini in bicicletta a scorrazzare e adulti a passeggio in una calda domenica mattina estiva con il giornale in mano e un caffè appena bevuto in qualche bar rimasto aperto. In pratica gli appositi cestini per la raccolta dei rifiuti ieri mattina erano letteralmente stracolmi di tutto. Quei pochi e malconci presenti sul corso non erano stati svuotati. E, peraltro, non è la prima volta che accade. Una autentica indecenza, dunque. Una pessima cartolina di un’area pedonale da dimenticare in fretta. Soprattutto per una città che vanta il titolo di capoluogo di provincia. Risultato? Davvero molto semplice: tutti i rifiuti sono finiti per terra nell'indifferenza generale. E questa volta abbiamo di gran lunga preferito mettere in pagina più fotografie che parole. Le immagini, in questo caso, servono più di mille chiacchiere. Quanto accaduto ieri mattina sul centralissimo corso Vittorio Emanuele rimette, poi, nuovamente il dito nella piaga, mai sanata, del servizio di raccolta dei rifiuti. Problema questo, evidentemente mai risolto a dovere. Tant'è che anche nell'edizione di ieri del Quotidiano abbiamo ancora una volta denunciato la mancata raccolta della differenziata al popoloso rione Affaccio. Corso Vittorio Emanuele, dunque, ieri mattina era in condizioni semplicemente pietose, assurde e inaccettabili per questa comunità. Per la sua gente e per chi a Vibo Valentia ci viene da fuori. Una vergogna, insomma, che sprofondava nell'imbarazzo evidente della gente, la quale, sgomenta, osservava qua e là una città spesso irriconoscibile rispetto al suo passato. Macchiata, ancora, da servizi non sufficienti a fare di Vibo Valentia una città certamente più moderna. Ma soprattutto più rispettosa di ciò che era ieri e non più oggi.
di Francesco Mobilio
da "Il Quotidiano della Calabria" del 18/08/2008
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