
Avrebbero avvantaggiato due dipendenti a danno di un altro.
L'EX PRESIDENTE della Provincia, Gaetano Ottavio Bruni, e un ex dirigente di nomina presidenziale, Ottavio Bono, sono stati rinviati ieri a giudizio per abuso d'ufficio in concorso dal gup del Tribunale di Vibo Valentia Lucia Monaco, su richiesta del sostituto procuratore Enrica Medori. Bruni e Bono sono accusati, ciascuno in relazione all'ufficio ricoperto, di aver abusato del loro potere per recare un ingiusto vantaggio a due dipendenti della Provincia, recando nel contempo un danno ad un altro dipendente ed all'amministrazione stessa. La vicenda è complessa e risale al 2004, periodo in cui Bruni fu rieletto presidente della Provincia e vennero rinominati alcuni dirigenti. Fra questi, Armanda De Sossi e Antonio Vinci, ai quali, secondo la pubblica accusa, Bruni e Bono hanno procurato, con il loro comportamento un ingiusto vantaggio patrimoniale “consistito nell'aver mantenuto senza titolo per diversi anni in disponibilità i posti di ruolo categoria D3 assegnati a predetti, non consentendone la vacanza e quindi l'assegnazione a terzi mediante pubblico concorso”, e ciò contro quanto prescrive il testo unico sul pubblico impiego che prevede il divieto di cumulo di incarichi all'interno della Pubblica Amministrazione. La De Sossi, spiega l'accusa, nel 1999,con Bruni appena eletto presidente di Provincia, venne da questi nominata dirigente e quindi fece richiesta di aspettativa senza assegni. La richiesta, per legge, non avrebbe potuto essere accettata ed invece fu accolta dal dirigente degli Affari Generali Ottavio Bono, il quale firmò la relativa determina. Dopo quattro anni, il primo settembre 2004 (all'inizio del secondo mandatodi Bruni), scrive il pm Medori (ieri sostituita dal pm Francesco Rotondo), Bruni e Bono “procedevano a riammettere la predetta De Sossi nel ruolo categoria D3 dopo 5 anni, qualificando la richiesta di aspettativa del 1999 quale istanza di dimissioni”, con contestuale modifica della determina fatta 5 anni prima. In tal modo, però, anziché sanare l'illecito precedente ne è stato commesso un secondo, perché secondo la legge (127/97) la riassunzione può avvenire soltanto entro 30 giorni dalle dimissioni. Subito dopo, scrive ancora il pm, la funzionaria si è di nuovo dimessa al fine di poter essere rinominata dirigente, salvo essere nuovamente riammessa in servizio come funzionaria (nel novembre 2005). Quanto a Vinci, continua l'accusa, dopo il suo trasferimento da altro ente (Consorzio di Bonifica) avvenuto nel 2002, appena divenuto funzionario categoria D3 della Provincia egli si dimise per assumere l'incarico da dirigente, per poi essere riammesso in servizio come funzionario due anni dopo (2004) e 15 giorni dopo si è ancora dimesso per poter di nuovo essere nominato dirigente. Ma siccome la riammissione in servizio avvenne dopo due anni e quindi ben oltre i 30 giorni previsti dalla legge, anche in questo caso gli autori dei presunti atti illeciti sono stati rinviati a giudizio per abuso d'ufficio in concorso. In pratica, quindi, Bruni e Bono sono accusati di aver permesso a De Sossi e Vinci di essere nominati dirigenti senza essere costretti a dimettersi da funzionari, come vuole la legge che prevede la risoluzione immediata del rapporto di lavoro precedente per chi diviene dirigente. Così, De Sossi e Vinci si sono trovati nella posizione privilegiata di poter occupare due posti ciascuno nella Provincia, uno da dirigente ed uno (indebitamente congelato a loro favore) di funzionario. In questo modo, inoltre, Bruni e Bono avrebbero impedito ad altri di poter legittimamente aspirare a due posti da funzionari, che avrebbero dovuto essere lascianti vacanti ed invece non lo erano. Tra i danneggiati da questo comportamento, quindi come persona offesa, agli atti del procedimento risulta un funzionario, Gianluca Contartese, che secondo il suo legale (avvocato Rita Parentela) essendo arrivato secondo in un concorso pubblico del 2000 e poi essendo stato assunto a parttime 18 ore alla Provincia per scorrimento di graduatoria nel 2002, “non ha potuto esercitare il suo diritto, fin dall'inizio della sua assunzione, alla trasformazione del rapporto di lavoro da part time a tempo pieno, pur ricorrendone tutti i presupposti”. Il gup ha accolto la tesi della Parentela, considerando Contartese persona offesa da reato e quindi ammettendo la sua costituzione di parte civile nel processo che inizierà nel prossimo aprile. Nella lista delle persone (giuridiche) offese c'è anche l'Amministrazione provinciale, che però non si è costituita parte civile.
di R. V.
da "Il Quotidiano della Calabria" del 19/02/2009
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