giovedì 19 febbraio 2009

Tassi (Sd): «I concorsi? Un optional»

LA DENUNCIA

«La Corte costituzionale ha più volte affermato che il concorso resta la regola per l’accesso all’impiego nelle amministrazioni pubbliche, ancor più quando si tratta di dirigenti, da rispettare per assicurare imparzialità ed efficienza». Lo ricorda, agli amministratori dalla memoria corta, il segretario provinciale della Sinistra democratica Pino Tassi, il quale sottolinea come «la legge Bassanini ha voluto la separazione netta tra le cariche pubbliche e l’apparato dirigenziale per non avere dirigenti asserviti alla politica». Fatte queste premesse, Tassi si chiede «come mai il sindaco di Vibo Valentia e il presidente della Provincia non sembrano, ad oggi, essere minimamente interessati a rispettare le regole generali, incuranti persino delle innumerevoli sentenze di Tar, Consiglio di stato, Corte costituzionale». E ancora: «Un buon sindaco e un buon presidente della Provincia, se avessero a cuore gli interessi generali, dovrebbero essere lieti di avere nella propria amministrazione un apparato burocratico stabile ed indipendente, non precario e sottoposto a condizionamenti. E invece continuano a scegliere i dirigenti delle proprie amministrazioni attraverso chiamate dirette o attraverso avvisi che sembrano costruiti su misura e che fanno nascere sospetti di scelte di natura politica e amicale, ricorrendo sempre ad un inesistente stato di necessità e di urgenza, che è l’unico motivo che consente la deroga dal pubblico concorso». Rileva inoltre: «Eppure il sindaco di Vibo più volte, in questi anni, ha dichiarato alla stampa e in televisione che era necessario fare i concorsi pubblici. E allora delle due l’una: o il sindaco vuole davvero i concorsi pubblici e allora li faccia, o sta prendendo in giro la collettività, di cui tra l’altro sta spendendo i soldi, in quanto non solo non attua le sentenze per come avrebbe il dovere di fare , ma ha la “felice” idea di appellarsi ogni volta al Consiglio di Stato, compiendo scelte fortemente onerose per la collettività, probabilmente arrecando anche un danno erariale all’Ente pubblico e avvantaggiando solo le parcelle degli avvocati». Quanto al presidente De Nisi, invece, «tace e non risponde alle domande poste dai partiti della sinistra alimentando in questo modo dubbi e illazioni. Presidente, ci vuole informare sui criteri adottati per le ultime scelte dei dirigenti? Ci vuole dire in che tempi pensa di realizzare i concorsi pubblici? Dobbiamo attendere qualche altra sentenza del Tar o del Consiglio di stato per operare in questa direzione?». Quindi conclude: «L’amministrazione pubblica dovrebbe essere una casa di vetro per dare alle nostre amministrazioni pubbliche le migliori energie e le migliori professionalità, al fine di migliorare il funzionamento dell’apparato pubblico e quindi tutto il territorio. Invece niente di tutto questo…».

da "Calabria Ora" del 19/02/2009

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