giovedì 5 marzo 2009

«Teatro, il sindaco tolga il disturbo»

Dall’europarlamentare Domenico Basile duro j’accuse a Franco Sammarco

Dal Comune «violazioni della legge su argomenti decisivi»

IN merito alle ultime vicende riguardanti il progetto di costruzione del teatro comunale, il parlamentare europeo Domenico Basile interviene sviluppando un'analisi che parte dal principio che «se il privato cittadino ha il dovere di tenere comportamenti improntati alla perfetta liceità, per la pubblica amministrazione l'obbligo è ancor più stringente in relazione alle ricadute che qualsiasi sua manifestazione di volontà ha sull'opinione pubblica». Un concetto dal quale deriva, poi, una serie di critiche all'operato dei responsabili della cosa pubblica. «Ancora una volta - scrive l'europarlamentare in una nota stampa - l'amministrazione comunale di Vibo Valentia soccombe in una causa amministrativa, essendole stata rigettata l'istanza con la quale aveva chiesto al Consiglio di Stato di sospendere cautelativamente la sentenza n. 1501/08 con la quale il Tar Calabria, nel condannarla, aveva annullato tutti gli atti, compresi quelli di approvazione del progetto e di acquisizione coattiva delle occorrenti aree, relativi alla procedura per la costruzione del Teatro comunale». Lontano, quindi, dal sottovalutare quanto è successo: «Non si può liquidare come assolutamente ordinario quanto si registra a Vibo Valentia - aggiunge infatti - il Comune, da quando si è insediata la giunta guidata dal sindaco Sammarco, sta sistematicamente violando la legge su argomenti decisivi nelle politiche di governo locale ». Riferendosi, nello specifico, alla motivazione con la quale il Consiglio di Stato a respinto l'istanza cautelare del Comune, Basile afferma deciso che l'ordinanza in questione «è da leggere già come decisione definitiva di merito, ma anche che lo stesso giudizio di merito è stato abbondantemente anticipato». E a sostegno di quanto scrive, riporta la frase del giudice amministrativo: «Vanno condivise le motivazioni della sentenza di I grado». Nel documento vengono richiamati altri importanti problemi, «come quello legato alla singolarità di una procedura di aggiudicazione dell'incarico professionale di progettazione e direzione lavori». Una vicenda, insomma, che a giudizio dell'esponente del Pdl dovrebbe concludersi in un solo modo: «Il sindaco - conclude il documento - preso atto della avventatezza delle sue scelte e della inconcludenza delle iniziative assunte, dopo aver chiesto scusa per il disturbo arrecato ai cittadini e prima che lo sfascio della Città superi la soglia del non ritorno, dovrebbe rassegnare le sue irrevocabili dimissioni, non essendovi una sola ragione per continuare a fare danni ed essendovene invece più che a sufficienza per ridare agli elettori il diritto di scegliere amministratori fattivi e capaci».

da "Il Quotidiano della Calabria" del 05/03/2009

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