
Cade l’accusa di associazione a delinquere per il governatore e il suo predecessore. Per 7 deciderà Milano
Tra i 98 imputati ci sono big della politica regionale, tra cui Loiero e ChiaravallotiCATANZARO - “Why not”: ultimo atto. Chiuse le indagini preliminari, messe a confronto le tesi dell'accusa con quelle della difesa, il pool di magistrati, che ha lavorato per oltre un anno sulla dirompente inchiesta ereditata dall'ex pm Luigi de Magistris, è arrivato al traguardo. E, senza risparmiare nessuno, ha fatto confluire 98 nomi in una corposa richiesta di rinvio a giudizio partita alla volta dell'ufficio Gip-Gup, dove a giorni sarà fissata l'udienza preliminare, trasmettendo, rispetto alla posizione di altri 7 indagati, gli atti alla Procura di Milano per competenza. In calce al provvedimento la firma del procuratoreEnzo Jannelli e dei sostituti procuratori Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo, Salvatore Curcio e Antonella Lauri, che hanno ripercorso nel dettaglio, capo di imputazione dopo l'altro, tutti gli episodi che vengono contestati agli esponenti del mondo politico e imprenditoriale che, tuttavia, si liberano dell'accusa più pesante, quella dell'associazione a delinquere che coinvolgeva a pieno titolo anche il Governatore Agazio Loiero e il predecessore, Giuseppe Chiaravalloti, tra i nomi eccellenti travolti dalla maxi-inchiesta costruita intorno a un sistema collusivo mai ipotizzato prima in Italia, che avrebbe tenuto le redini di un giro di affari che, secondo l'originario teorema accusatorio, si sarebbe concretizzato nel finanziamento illecito ai partiti e in numerose truffe, ordite grazie all'appoggio di funzionari infedeli e appartenenti ad una sedicente loggia massonica segreta mai individuata, all'ombra di un vero e proprio consociativismo, che avrebbe oltrepassato ogni confine politico, per gestire al meglio l'affare del secolo incentrato sul fiume di denaro erogato dalla Comunità europea. Sullo sfondo, le sacche di precariato intorno alle quali avrebbero costruito la propria fortuna i faccendieri di turno. Inquietanti, secondo i magistrati, gli scenari che avrebbero fatto da sfondo a quei collegamenti a doppio filo tra partiti di diversi schieramenti e tra società private e funzionari pubblici, in un contesto di presunti illeciti consumati nei settori del lavoro interinale e dell'ambiente. Numerosi e gravi i reati che, a vario titolo, rimangono in piedi nella richiesta di rinvio a giudizio e che vanno dall'abuso d'ufficio alla turbata libertà degli incanti, dalla truffa alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dalla frode nelle pubbliche forniture al peculato, dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio all'istigazione alla corruzione, dall'estorsione alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Al centro della scena, l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente regionale della Compagnia delle opere di Lamezia Terme nelle cui agende i carabinieri del Reparto operativo avevano trovato appuntato, su alcuni elenchi relativi a personale assunto, anche il nome di tale Loiero poi ricondotto al Governatore, il cui nome era così finito accanto a quello del suo vice di allora, Nicola Adamo, tra i primi ad essere iscritto nel registro degli indagati, in riferimento alla sussistenza di un “sodali - zio criminale, con distribuzione di ruoli tra imprenditori, professionisti e pubblici amministratori, finalizzato, attraverso la costituzione di società e/o la partecipazione in società già costituite, a percepire in modo illecito finanziamenti pubblici, per importi ammontanti a diversi milioni di euro». Quindi, a pioggia, i nomi di parlamentari, amministratori regionali in carica e della passata legislatura, tra cui Luigi Incarnato, Mario Pirillo, Pasquale Maria Tripodi e Diego Tommasi; l'ex assessore ed ex parlamentare Giuseppe Ennio Morrone; l'europarlamentare Domenico Basile; il consigliere regionale Alberto Sarra; l'ex sindaco di Catanzaro, oggi consigliere regionale Sergio Abramo; il deputato Giovanni Dima; il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini; gli ex assessori regionali Gianfranco Luzzo e Dionisio Gallo; il consigliere regionale Franco Morelli (An). Ma anche il segretario generale della Giunta, Nicola Durante, e diversi funzionari regionali. E non manca la superteste Caterina Merante, le cui dichiarazioni si erano rivelate decisive nella prima fase all'inchiesta, che la vede sotto accusa solo per una presunta violazione delle norme in materia di occupazione emercato del lavoro, in relazione all'attività della società di lavoro interinale “Why not”.
I NOMIABRAMO Sergio, Catanzaro; ADAMO Nicola, Cosenza; ALOISIO Carmine, Isola Capo Rizzuto; ALUFFI Silvana, Cantù (CO); ALVARO Mario, Castrovillari; ANASTASI Pasquale, Palmi; ANDRICCIOLA Pietro, Lamezia Terme; BASILE Domenico, Vibo Valentia; BEVILACQUA Gianpaolo, Lamezia Terme; BIAMONTE Peppino, S. Pietro Apostolo (CZ); BILOTT A Gianluca, Mendicino (CS); BLOISE Raffaele, Mormanno; BORGHI Armando, Cantù (Co); BRUNO BOSSIO Vincenza, Cosenza; CACCURI BAFFA Rosario, Cosenza; CALIGIURI Renzo, Castrovillari; CALVANO Rosario, Rende; CAPOCASALE Francesco, Cosenza; CASELLI Ernesto, Diamante (CS); CEVENINI Giorgio, Pozzuoli; CHIARAVALLOTI Giuseppe, Catanzaro; CITRIGNO Pasquale, Cosenza; CONFORTI Eugenio Luigi, Marano Principato (Cs); COSTANTINO Nicola, Reggio Calabria; CUMI NO Franco Nicola, Corigliano Calabro; CURTO Aldo, Catanzaro; DE GRANO Mariangela, Vibo Valentia; DE GRANO Francesco, Vibo Valentia; DI DONNA Nadia, Cosenza; DIMA Giovanni, Rossano; DITTO Gennaro, Paola; DURANTE Nicola, Catanzaro; ESPOSITO ALFONSO, Diamante; FAGA' Maria Teresa, Catanzaro; FASCI' Saverio, Catanzaro; FRAGOMENI Giuseppe, Reggio Calabria; FRANCO Antonio Michele, Cosenza; FRANZE' Giancarlo, Lamezia Terme; FUSCO Roberto, San Giorgio del Sannio (Bn); GALLO Dionisio, Cotone; GALLUCCI Mariano, Cosenza; GARAGOZZO Nicola, Lamezia Terme; GARGANO Antonio, Palmi (RC);GATTO AntoninoGiuseppe, Rende; GAUDENZI Francesca, Cosenza; GIANNETTI Raffaele, Roma; GENTILE Giuseppe, Cosenza; GIMIGLIANO Fiorino, Cosenza; GIMIGLIANO Mario, Rende (CS); INCARNATO Luigi, Cosenza; INNOCENZI Emilio, Roma; INTRIERI Emilia, Cosenza;LACARIA Giovanni, Lamezia Terme; LA CHIMIAAntonio Alessandro,Lamezia Terme;LAVORATO Fabiano,Nicotera (W); LEMMA Domenico, Reggio Calabria; LEONE Pier Luigi, Roma; LEONETTI Rocco, Mormanno; LlLLO Giuseppe Antonio Maria, Lamezia Terme; LOIERO Agazio, Catanzaro; LOIERO Tommaso, Catanzaro; LUCIFERO Francesco, Crotone; LUZZO Gianfranco, Lamezia Terme; MACRI' Pietro, Vibo Valentia; MAGARO' Marino, Rende; MAGURNO Clara Maierà (CS);MANNA Rolando, Cosenza; MARAFIOTI Pasquale, Seminara; MARASCO Rosalia, Cosenza; MAZZA Antonio, Miglierina (CZ) MERANTE Caterina, Catanzaro; MINOIA Giambattista, Lacchiarella (MI); MONTAGNESE Michele Cinquefrondi; MORABITO Vincenzo Gianluca, Lamezia Terme; MORELLI Francesco, San benedetto Ullano (CS); MORRONE Giuseppe Ennio, Cosenza; MURACA Luigi,Catanzaro ; NOLA Giuseppe, Cassano allo Jonio; PASCALE Giuseppe, Salerno; PASTORE Renato, Asmara (Etiopia); PEGORARI Aldo,Catanzaro, PERUGINI Salvatore, Cosenza; PIRILLO Mario, Amantea (CS); PIZZINI Antonio, Paola; POMETTI Filomeno Corigliano Calabro; POSTORINO Filippo,Campo Calabro; ROMANOCesare Carlo, Bova Marina;SALADINO Antonio, Nicastro; SALADINO Francesco, Catanzaro; SALADINO Saverino, Lamezia Terme; SANESI Cristina, Prato; SARRA Alberto Vincenzo Antonio, Reggio Calabria, SAVAGLIO Sabatino, Cosenza;SCARDAMAGLIA Mario, Lamezia Terme; SCHETTINI Fabio, Roma; SCOPELLITI Rinaldo Cittanova; SIBIANO Lucia, Vico Equense; SIMONETTI Francesco Maria, Gioiosa Jonica; SPATARO Michelangelo, Cosenza; TOMMASI Diego, Cosenza; TRIPODI Pasquale Maria, Montebello Jonico (RC); TURA TIO Renzo, Padova; VACCA Luigi, San Basile (CS); VIA PIANA Antonio, Catanzaro; VIGNA Luciano, Cosenza; VIZZONE Domenico, Rosarno (RC).
di Stefania Papaleoda "Il Quotidiano della Calabria" del 01/05/2009