mercoledì 13 maggio 2009

La Provincia sotto l’esame dei giudici

Sarebbero monitorati dai magistrati contabili i contratti Co.co.co. sottoscritti nel corso del 2004

La Procura della Corte dei Conti chiede la condanna di amministratori e dirigenti

UN vero e proprio fulmine a ciel sereno piombato sulla Provincia (e non solo sulla Provincia) in modo del tutto inaspettato. La procura della Corte dei Conti di Catanzaro avrebbe depositato una richiesta di condanna, che sarebbe in corso di notifica ai diretti interessati, nei confronti dei componenti della giunta provinciale in carica nel corso del 2004 e di alcuni dei dirigenti di palazzo Ex-Enel, per svariate centinaia di migliaia di euro (si parla di oltre 700 mila euro complessivi). La notizia ancora non è propriamente “ufficiale” ma ad ogni modo sarebbe filtrata attraverso le maglie della riservatezza “politica” la - sciando intravedere alcuni aspetti della vicenda. In particolare, la procura contabile avrebbe monitorato nel corso degli ultimi anni circa duecento contratti Co.co.co. (il simbolo di un sistema basato sul precariato che ha avuto, proprio in quel periodo, ampia diffusione in Italia e non certo minore nel territorio vibonese) risalenti anche agli anni precedenti il 2004. Un monitoraggio che, stando alla richiesta di condanna che sarebbe stata depositata negli scorsi giorni, avrebbe portato la procura della Corte dei Conti a rilevare diverse irregolarità con una conseguente produzione di un ingente danno erariale a carico degli amministratori e dei dirigenti dell’amministrazione provinciale. All’epoca dei fatti la Provincia viveva la fase finale della prima era Bruni ed il conseguente passaggio alla seconda, attraverso la competizione elettorale proprio del 2004 che portò alla riconferma trionfale del già presidente. In questi anni (al momento non è dato sapere di preciso a quale periodo specifico ci si riferisca) a gestire l’amministrazione provinciale, come dicevamo, era il presidente Bruni coadiuvato (nella prima consiliatura) da personaggi politici di primo piano quali Paolo Barbieri, Pietro Giamborino, Lidio Vallone, Giuseppe Ceravolo, Giuseppe De Grano, Girolamo Petrolo, Salvatore Vecchio e Alfonso Del Vecchio. Segretario generale era Domenico Mazzitelli mentre dirigenti erano Comito, De Fina, De Sossi, Ruffa (oggi deceduto) e Vinci. La Procura avrebbe, quindi, chiesto la condanna a vario titolo di diversi dei protagonisti politici di quegli anni che a questo punto dovranno rispondere di fronte alla magistratura contabile delle scelte compiute durante il loro mandato in relazione alla stipula degli innumerevoli contratti di collaborazione coordinata e continuativa che in quegli anni si è avuta. Naturalmente, le responsabilità saranno identificate dalla sezione giudicante della Corte dei Conti singolarmente e la richiesta di condanna (e quindi l’eventuale procedimento giudiziale), possiamo dirlo già da ora, potrebbe anche non riguardare tutti gli amministratori e tutti i dirigenti dell’epoca. Ciò che è certo è che la procura della magistratura contabile ha deciso di vederci chiaro sul punto chiamando direttamente in causa chi si trovava nelle stanze dei bottoni.

di Francesco Ridolfi
da "Il Quotidiano della Calabria" del 13/05/2009

domenica 10 maggio 2009

“Ambrosoli” e “Logos” si rivolgono a Marco Minniti

Pd. A seguito della loro esclusione dal coordinamento

IL SODALIZIO culturale “Logos” e il circolo “Giorgio Ambrosoli”, le due associazioni riconducibili al Partito democratico vibonese, e presiedute rispettivamente da Lello Greco e Ignazio Vasapollo, si sono incontrate per definire una strategia d'azione comune per affrontare le problematiche sociali e politiche nell'ambito della realtà Vibonese e regionale in coerenza con i principi e le finalità contenuti nel Manifesto e della Carta dei valori del Partito. In particolare, i rappresentanti delle due associazioni intervenuti all'incontro hanno concordato di avviare consultazioni ed incontri con il vasto mondo di associazioni e gruppi che agiscono nel volontariato e in ambito culturale, al fine di realizzare uno spazio di discussione e di dibattito, che - hanno fatto sapere i rappresentanti delle due associazioni - «apra nuove prospettive di partecipazione politica ai giovani alle donne ed alle tante persone animate dal desiderio di contribuire al progresso civile e sociale, che oggi non trovano riferimento e che guardano al Partito democratico come una speranza di rinascita della società italiana, calabrese e vibonese. Insomma, un obiettivo ambizioso dettato dal fatto che la crisi dei partiti, «spesso diretti da oligarchie ristrette tese a rappresentare più interessi di parte che interessi generali», ha determinato «un sempre più crescendo sentimento dell'antipolitica diffuso e accentuato nel Paese, in Calabria e in modo particolare nella nostra provincia». A giudizio di Logos e del Circolo Ambrosoli, «non esiste più», infatti, un confronto basato sulle idee sui valori, sui progetti, sui programmi di crescita e di sviluppo del territorio. Ci sono, soltanto, «contrapposizioni di gruppi che si contendono la gestione degli spazi democratici e del potere. La recente campagna di tesseramento al partito - scrivono in una nota stampa le due associazioni - ha assunto aspetti inaccettabili, tanto da determinare la sospensione del processo di iscrizione e delle elezioni primarie ». Tutto ciò «ha tradito l'idea ispiratrice di costituzione del Partito democratico come luogo di elaborazione, analisi e soluzioni dei problemi». Logos e Circolo Amrbosoli, pertanto, convengono sulla necessità di impedire democraticamente con la forza delle idee e del confronto ogni eventuale operazione trasformista e opportunista. «Bisogna - sostengono ancora i rappresentanti delle due associazioni – avviare un processo di selezione delle classi dirigenti, introducendo un vero rinnovamento culturale, politico, amministrativo nel modo di dirigere il partito e di governare le istituzioni democratiche con correttezza e trasparenza». In tale direzione, Logos e Circolo Ambrosoli hanno concordato di avviare iniziative pubbliche affrontando i principali problemi della Comunità, consentendo un dibattito aperto a contributi della società civile, per la elaborazione di un programma politico concreto, «basato sulle necessità reali e quotidiane della popolazione, che affronti i problemi del territorio indirizzando le risorse verso opere pubbliche e progetti di utilità sociale». Le due associazioni, come detto in apertura presiedute rispettivamente da Lello Greco e Ignazio Vasapollo, hanno altresì, espresso il proprio dissenso in merito al costituendo coordinamento provinciale del Partito democratico in quanto non coinvolge nessuna associazione e nessun circolo. «Un partito aperto - scrivono ancora nella nota - deve avere come obiettivo strategico e prioritario l'allargamento della partecipazione e del coinvolgimento democratico di un numero sempre maggiore di cittadini e associazioni. La decisione prospettata da Caminiti necessita, pertanto, di un approfondimento capace di favorire un coinvolgimento più ampio». Per questa ragione, la Logos e il circolo Ambrosoli invitano il segretario regionale del Partito democratico Marco Minniti e lo stesso Pino Caminiti a farsi promotori e garanti di un vero processo di cambiamento «per costruire un partito aperto, plurale e soprattutto inclusivo di tutte le forze sane che vogliono dare il loro contributo».

da "Il Quotidiano della Calabria" del 10/05/2009

venerdì 1 maggio 2009

Truffa allo Stato, a giudizio in 64

L’operazione avviata dalla Procura nel novembre 2006 ha portato a diversi sequestri scattati nell’aprile 2007

La decisione del gup di Vibo Valentia, Lucia Monaco. Coinvolte anche 6 aziende

VIBO VALENTIA - Ben 64 rinviati a giudizio (con fissazione della prima udienza al 23 giugno) di cui 6 aziende e 58 fra imprenditori e professionisti. Questo l’esito dell’udienza preliminare che vedeva davanti al gup di Vibo,Lucia Monaco, una notevole fetta del mondo imprenditoriale vibonese chiamata a rispondere a vario titolo di accuse come truffa ai danni dello Stato (per frode alla legge 488), malversazione ai danni dello Stato, usura, false fatturazioni per agevolare evasione fiscale e altri reati di natura finanziaria. In sostanza secondo l’accusa gli imputati, avario titolo e fra le diverse contestazioni avrebbero emesso delle fatture su transazioni di beni o servizi nella realtà inesistenti o mai prestati. Il tutto per giustificare spese e uscite connesse ai finanziamenti pubblici. Al termine dell’udienza preliminare il magistrato ha deciso di accogliere le eccezioni presentate dai difensori di Annamaria Arcella, Domenico Buccafurni, Michele Lico, Santo Lico e Caterina Ricciuto disponendo l’annullamento del decreto di fissazione dell’udienza preliminare per un vizio formale e rinviandogli atti al pm. Per Mario Antonio Arcidiacono, invece il gup ha decretato la propria incompetenza territoriale inviandogli atti alla procura di Sala Consilina. Parziale incompetenza territoriale anche per Filippo Alviano che però per alcuni capi di imputazione è stato rinviato a giudizio davanti al tribunale di Vibo. Infine, tre i prosciolti che, quindi, escono totalmente di scena dall’inchiesta avviata dal pm Sisto Restuccia e proseguita dal pm Simona Cangiano. Si tratta di Antonio Michele Bulzomì, Domenico Fuduli e Domenico Gallè per i quali i fatti contestati«non costituiscono reato». Dovranno, dunque, presentarsi innanzi al collegio penale Fortunato Mirabello (‘43), Pietro Naso (’53), Francesco Durante (‘63), Carlo Biagini (‘59), Francesco Mirabello (‘77), Antonio Bertuca (‘70), Maria P. Castagna (‘51),Saverio Caminiti (‘79), Rocco Violi (’43), Vincenzo Ceravolo(‘53), Giovanni Labate (‘56),Vincenzo Pugliese (‘76), Salvatore Vita (‘75), Giuseppe Pugliese (‘54), Giuseppe L. Ceravolo (‘51), Nazzareno Calafati(‘52), Pasquale Vangeli (‘63), Marcello Scarmato (‘73), Mario Nicolino (‘70),Bruno Vena (‘76), Giovanna Chiarello (‘79), Filly Calafati(‘75), Maria Cona Motrici(‘55), Raffaele Greco (‘60), Ernesto Temellini (‘40), Germano Caviglia (‘33), Francesco Mirabello (‘67), Giovanni P. Ceravolo (‘60), Angelo Musumeci(‘47), Domenico Strati (‘49), Giuseppe Palmieri (‘63),Gesualdo Pasceri (‘41), Giuseppe Galli, Gaetano Ascrizzi (‘63), Michele Pannia (‘73),Giuseppe Labate (‘54), Andreotti Paolo Loria (‘44), Rosario Musumeci (‘71), Angelina V. Merlino (‘40), Pasquale Martino (‘63), Francesco Schiavone (‘42), Giuseppe Di Agazio (‘64), Salvatore Ruffa (‘67), Vincenzo Carnovale (‘68), Caterina Micalizzi (‘33),Antonio Violi (‘74), Angelina Crudo (‘69), Pietro Bartuca (‘70), Michele Timpano (‘75),Michele Parrello (‘51), Francesco Amantea (‘56), Luca F. Caruso (‘74), Giuseppe De Biase (‘64), Rosario Gigliotti(‘66), Alberto Zenin (‘32), Giuseppe Vaianella (‘56), Marco Mercatante (‘ 66). Mentre le sei aziende coinvolte sono: Marenostro srl, Cooperativa san Francesco di Paola, Lab Infissi srl, Placet Inox srl,Profiltekna sas, Gel Med snc.

di Francesco Ridolfi
da "Il Quotidiano della Calabria" del 01/05/2009

“Why not”, chiesto il processo

Cade l’accusa di associazione a delinquere per il governatore e il suo predecessore. Per 7 deciderà Milano

Tra i 98 imputati ci sono big della politica regionale, tra cui Loiero e Chiaravalloti

CATANZARO - “Why not”: ultimo atto. Chiuse le indagini preliminari, messe a confronto le tesi dell'accusa con quelle della difesa, il pool di magistrati, che ha lavorato per oltre un anno sulla dirompente inchiesta ereditata dall'ex pm Luigi de Magistris, è arrivato al traguardo. E, senza risparmiare nessuno, ha fatto confluire 98 nomi in una corposa richiesta di rinvio a giudizio partita alla volta dell'ufficio Gip-Gup, dove a giorni sarà fissata l'udienza preliminare, trasmettendo, rispetto alla posizione di altri 7 indagati, gli atti alla Procura di Milano per competenza. In calce al provvedimento la firma del procuratoreEnzo Jannelli e dei sostituti procuratori Alfredo Garbati, Domenico De Lorenzo, Salvatore Curcio e Antonella Lauri, che hanno ripercorso nel dettaglio, capo di imputazione dopo l'altro, tutti gli episodi che vengono contestati agli esponenti del mondo politico e imprenditoriale che, tuttavia, si liberano dell'accusa più pesante, quella dell'associazione a delinquere che coinvolgeva a pieno titolo anche il Governatore Agazio Loiero e il predecessore, Giuseppe Chiaravalloti, tra i nomi eccellenti travolti dalla maxi-inchiesta costruita intorno a un sistema collusivo mai ipotizzato prima in Italia, che avrebbe tenuto le redini di un giro di affari che, secondo l'originario teorema accusatorio, si sarebbe concretizzato nel finanziamento illecito ai partiti e in numerose truffe, ordite grazie all'appoggio di funzionari infedeli e appartenenti ad una sedicente loggia massonica segreta mai individuata, all'ombra di un vero e proprio consociativismo, che avrebbe oltrepassato ogni confine politico, per gestire al meglio l'affare del secolo incentrato sul fiume di denaro erogato dalla Comunità europea. Sullo sfondo, le sacche di precariato intorno alle quali avrebbero costruito la propria fortuna i faccendieri di turno. Inquietanti, secondo i magistrati, gli scenari che avrebbero fatto da sfondo a quei collegamenti a doppio filo tra partiti di diversi schieramenti e tra società private e funzionari pubblici, in un contesto di presunti illeciti consumati nei settori del lavoro interinale e dell'ambiente. Numerosi e gravi i reati che, a vario titolo, rimangono in piedi nella richiesta di rinvio a giudizio e che vanno dall'abuso d'ufficio alla turbata libertà degli incanti, dalla truffa alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dalla frode nelle pubbliche forniture al peculato, dalla corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio all'istigazione alla corruzione, dall'estorsione alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici. Al centro della scena, l'imprenditore Antonio Saladino, ex presidente regionale della Compagnia delle opere di Lamezia Terme nelle cui agende i carabinieri del Reparto operativo avevano trovato appuntato, su alcuni elenchi relativi a personale assunto, anche il nome di tale Loiero poi ricondotto al Governatore, il cui nome era così finito accanto a quello del suo vice di allora, Nicola Adamo, tra i primi ad essere iscritto nel registro degli indagati, in riferimento alla sussistenza di un “sodali - zio criminale, con distribuzione di ruoli tra imprenditori, professionisti e pubblici amministratori, finalizzato, attraverso la costituzione di società e/o la partecipazione in società già costituite, a percepire in modo illecito finanziamenti pubblici, per importi ammontanti a diversi milioni di euro». Quindi, a pioggia, i nomi di parlamentari, amministratori regionali in carica e della passata legislatura, tra cui Luigi Incarnato, Mario Pirillo, Pasquale Maria Tripodi e Diego Tommasi; l'ex assessore ed ex parlamentare Giuseppe Ennio Morrone; l'europarlamentare Domenico Basile; il consigliere regionale Alberto Sarra; l'ex sindaco di Catanzaro, oggi consigliere regionale Sergio Abramo; il deputato Giovanni Dima; il sindaco di Cosenza Salvatore Perugini; gli ex assessori regionali Gianfranco Luzzo e Dionisio Gallo; il consigliere regionale Franco Morelli (An). Ma anche il segretario generale della Giunta, Nicola Durante, e diversi funzionari regionali. E non manca la superteste Caterina Merante, le cui dichiarazioni si erano rivelate decisive nella prima fase all'inchiesta, che la vede sotto accusa solo per una presunta violazione delle norme in materia di occupazione emercato del lavoro, in relazione all'attività della società di lavoro interinale “Why not”.

I NOMI

ABRAMO Sergio, Catanzaro; ADAMO Nicola, Cosenza; ALOISIO Carmine, Isola Capo Rizzuto; ALUFFI Silvana, Cantù (CO); ALVARO Mario, Castrovillari; ANASTASI Pasquale, Palmi; ANDRICCIOLA Pietro, Lamezia Terme; BASILE Domenico, Vibo Valentia; BEVILACQUA Gianpaolo, Lamezia Terme; BIAMONTE Peppino, S. Pietro Apostolo (CZ); BILOTT A Gianluca, Mendicino (CS); BLOISE Raffaele, Mormanno; BORGHI Armando, Cantù (Co); BRUNO BOSSIO Vincenza, Cosenza; CACCURI BAFFA Rosario, Cosenza; CALIGIURI Renzo, Castrovillari; CALVANO Rosario, Rende; CAPOCASALE Francesco, Cosenza; CASELLI Ernesto, Diamante (CS); CEVENINI Giorgio, Pozzuoli; CHIARAVALLOTI Giuseppe, Catanzaro; CITRIGNO Pasquale, Cosenza; CONFORTI Eugenio Luigi, Marano Principato (Cs); COSTANTINO Nicola, Reggio Calabria; CUMI NO Franco Nicola, Corigliano Calabro; CURTO Aldo, Catanzaro; DE GRANO Mariangela, Vibo Valentia; DE GRANO Francesco, Vibo Valentia; DI DONNA Nadia, Cosenza; DIMA Giovanni, Rossano; DITTO Gennaro, Paola; DURANTE Nicola, Catanzaro; ESPOSITO ALFONSO, Diamante; FAGA' Maria Teresa, Catanzaro; FASCI' Saverio, Catanzaro; FRAGOMENI Giuseppe, Reggio Calabria; FRANCO Antonio Michele, Cosenza; FRANZE' Giancarlo, Lamezia Terme; FUSCO Roberto, San Giorgio del Sannio (Bn); GALLO Dionisio, Cotone; GALLUCCI Mariano, Cosenza; GARAGOZZO Nicola, Lamezia Terme; GARGANO Antonio, Palmi (RC);GATTO AntoninoGiuseppe, Rende; GAUDENZI Francesca, Cosenza; GIANNETTI Raffaele, Roma; GENTILE Giuseppe, Cosenza; GIMIGLIANO Fiorino, Cosenza; GIMIGLIANO Mario, Rende (CS); INCARNATO Luigi, Cosenza; INNOCENZI Emilio, Roma; INTRIERI Emilia, Cosenza;LACARIA Giovanni, Lamezia Terme; LA CHIMIAAntonio Alessandro,Lamezia Terme;LAVORATO Fabiano,Nicotera (W); LEMMA Domenico, Reggio Calabria; LEONE Pier Luigi, Roma; LEONETTI Rocco, Mormanno; LlLLO Giuseppe Antonio Maria, Lamezia Terme; LOIERO Agazio, Catanzaro; LOIERO Tommaso, Catanzaro; LUCIFERO Francesco, Crotone; LUZZO Gianfranco, Lamezia Terme; MACRI' Pietro, Vibo Valentia; MAGARO' Marino, Rende; MAGURNO Clara Maierà (CS);MANNA Rolando, Cosenza; MARAFIOTI Pasquale, Seminara; MARASCO Rosalia, Cosenza; MAZZA Antonio, Miglierina (CZ) MERANTE Caterina, Catanzaro; MINOIA Giambattista, Lacchiarella (MI); MONTAGNESE Michele Cinquefrondi; MORABITO Vincenzo Gianluca, Lamezia Terme; MORELLI Francesco, San benedetto Ullano (CS); MORRONE Giuseppe Ennio, Cosenza; MURACA Luigi,Catanzaro ; NOLA Giuseppe, Cassano allo Jonio; PASCALE Giuseppe, Salerno; PASTORE Renato, Asmara (Etiopia); PEGORARI Aldo,Catanzaro, PERUGINI Salvatore, Cosenza; PIRILLO Mario, Amantea (CS); PIZZINI Antonio, Paola; POMETTI Filomeno Corigliano Calabro; POSTORINO Filippo,Campo Calabro; ROMANOCesare Carlo, Bova Marina;SALADINO Antonio, Nicastro; SALADINO Francesco, Catanzaro; SALADINO Saverino, Lamezia Terme; SANESI Cristina, Prato; SARRA Alberto Vincenzo Antonio, Reggio Calabria, SAVAGLIO Sabatino, Cosenza;SCARDAMAGLIA Mario, Lamezia Terme; SCHETTINI Fabio, Roma; SCOPELLITI Rinaldo Cittanova; SIBIANO Lucia, Vico Equense; SIMONETTI Francesco Maria, Gioiosa Jonica; SPATARO Michelangelo, Cosenza; TOMMASI Diego, Cosenza; TRIPODI Pasquale Maria, Montebello Jonico (RC); TURA TIO Renzo, Padova; VACCA Luigi, San Basile (CS); VIA PIANA Antonio, Catanzaro; VIGNA Luciano, Cosenza; VIZZONE Domenico, Rosarno (RC).

di Stefania Papaleo
da "Il Quotidiano della Calabria" del 01/05/2009