sabato 1 agosto 2009

De Magistris, Greco e la fogna a cielo aperto

L'INTERVENTO

SI fanno sempre più accese le polemiche relative allo stato del mare in Calabria. Ultima in ordine di tempo, ma sicuramente la più significativa, quella tra l'eurodeputato De Magistris e l'assessore regionale all'ambiente Silvio Greco. Prima di entrare nel merito della querelle, credo sia opportuno chiarire un equivoco che solitamente viene alimentato in modo interessato. Mi riferisco alla seguente circostanza: sovente, nelle varie segnalazioni, si parla di mare sporco ed inquinato con riferimento a tutto ciò che si vede “galleggiare” sulla superficie del mare ( buste di plastica, escrementi umani, spazzatura triturata, schiuma e sostanze oleose di ogni genere); di contro, coloro i quali dovrebbero, per il proprio ruolo istituzionale, impedire che tutto ciò accada, sostengono che il mare calabrese non è inquinato, ad eccezione di limitatissime zone in prossimità delle foci dei corsi d'acqua, trincerandosi dietro i risultati delle analisi effettuate dall'Arpacal su campioni di acqua marina. In realtà, varie sono le tipologie d'inquinamento: vi è quello immediatamente percepibile perché visibile all'occhio umano rappresentato, nel caso che ci occupa, da tutta la sporcizia sopra elencata - e quello rilevabile solo attraverso le analisi di laboratorio, le quali, nella fattispecie concreta, vengono appunto effettuate dall'Arpacal, e non rilevano la presenza di sostanze nocive alla salute umana. Al di là dell'attendibilità dei dati forniti da quest'ultima - della quale molti dubitano, in quanto riesce difficile credere che fare il bagno in mezzo ad escrementi umani o a spazzatura triturata sia salubre - il punto è un altro: il mare è sporco e questo rappresenta un dato inconfutabile constatato quotidianamente da vacanzieri e residenti. Tornando ora alla querelle tra De Magistris e Greco, l'ex magistrato non ha dubbi nell'individuare i colpevoli: < …i politici responsabili di questo scempio sono al loro posto ed i magistrati, addormentati o collusi, operano indisturbati come sempre a braccetto con i poteri forti…>. Personalmente non ho mai apprezzato De Magistris come magistrato, ed ancor meno come politico, ma bisogna riconoscere che nella circostanza egli ha espresso efficacemente il pensiero di tutti coloro i quali, non usufruendo dei privilegi parlamentari, non possono esprimersi in tali termini. L'assessore all'ambiente lo taccia di catastrofismo e lo accusa di mentire quando afferma che il mare calabrese è una fogna a cielo aperto, sostenendo invece che pochi sono i tratti di mare in cui è vietata la balneazione, situazione peraltro ereditata dalla precedente giunta. Non vi è dubbio che la posizione di De Magistris rispecchia purtroppo la realtà, mentre le affermazioni di Greco lasciano adito a dubbi.. Se qualcuno mente non è certamente l'europarlamentare. Non sappiamo, a questo punto, se Greco faccia parte di coloro i quali tentano di celare le proprie responsabilità con l'equivoco del mare sporco o inquinato, per come e nei termini sopra chiariti. Egli non convince quando attribuisce, in modo ingenuo e maldestro, le responsabilità dell'attuale degrado al precedente governo; è infatti inverosimile tentare di convincere l'opinione pubblica che la sporcizia che attualmente infesta il nostro mare risalga alla precedente legislatura. Qualche giorno fa lo stesso presidente Loiero, quando ha fatto cenno al fattore “ereditario”, è stato subissato da fischi. Spieghi invece l'assessore cosa ha fatto l'attuale governo regionale, in carica da ben quattro anni, oltre a sperperare danaro in pubblicità con slogan (“Mare da bere”) che l'attuale situazione fa apparire paradossale. Tutti sanno che le cause dell'attuale stato del mare sono da ascrivere, in misura assolutamente preponderante, al cattivo funzionamento dei depuratori - là dove esistono - ed allo scarico diretto nei corsi d'acqua da parte di molti comuni dell'entroterra privi di qualsiasi impianto di depurazione. Invece di negare l'evidenza, dica l'assessore quali sono stati i suoi provvedimenti sul punto; oppure egli pensa di aver assolto il proprio compito istituendo cinque parchi marini? E' forse veramente convinto che la spazzatura sia in grado di riconoscere i confini dei predetti parchi e quindi arrestarsi al di fuori delle rispettive perimetrazioni, consentendo la balneazione in acque pulite? Siamo seri; alla luce delle attuali condizioni del nostro mare, questi parchi non sono altro che un ulteriore spreco di risorse pubbliche, istituiti al solo fine di creare nuovi carrozzoni, con buona pace del mare e del turismo calabrese.

di Guido Presta
da "Il Quotidiano della Calabria" del 01/08/2009

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