venerdì 24 luglio 2009

«E’ disastro ambientale»

La denuncia alla Procura dell’ex parlamentare europeo sullo stato del mare

Beniamino Donnici: «Un crimine ai danni della Calabria e dei calabresi»

«LA situazione del mare calabrese è sconcertante e si configura, a parer nostro, il reato di disastro ambientale contro ignoti. Ma non solo, si tratta anche di un crimine perpetrato ai danni di tutti i calabresi, degli operatori turistici e dell'immagine della nostra Regione, che da questa disastrosa stagione turistica subirà duri contraccolpi che si protrarranno ancora per lunghi anni». È quanto ha dichiarato l’ex parlamentare europeo Beniamino Donnici subito dopo aver fatto protocollare un circostanziato esposto denuncia presso gli uffici della procura vibonese diretti dal procuratore capo Mario Spagnuolo, un magistrato particolarmente attento all’ambiente e alla sua tutela. Nella stessa denuncia, predisposta nel dettaglio da un pool di legali coordinati dall’avvocato Lanfranco Calderazzo del foro di Catanzaro, il promotore dei comitati per la Calabria Libera chiede che «vengano perseguiti i comportamenti attivi od omissivi di sindaci, presidenti di province, amministratori regionali e quant’altri per funzioni e competenze abbiano la responsabilità di quanto accaduto». L’esposto, come ha spiegato ai giornalisti lo stesso
Beniamino Donnici, verrà presentato in tutte le procure calabresi e all’Arpacal, e si è scelta per prima la procura di Vibo «non perché l’inquinamento del mare sia un fatto di interesse solo vibonese - ha chiarito l’esponente politico - ma perché questo è il centro del turismo calabrese. Qui c'è Tropea, perla del Tirreno, biglietto da visita di tutta la Calabria, dove però, come abbiamo potuto verificare di persona nei giorni scorsi, esiste una situazione che facciamo fatica persino a narrare: di fatto il mare era diventato - ha proseguito - un nauseabondo deposito di liquami ». Ma come se ciò non fosse sufficiente c’è poi un altro aspetto che Donnici ha messo in evidenza motivando la scelta dalla procura vibonese come prima procura destinataria dell’esposto denuncia sul mare sporco. «C’è grande fiducia nei confronti del procuratore capo Mario Spagnuolo e dei suoi collaboratori - ha detto il politico - loro possono scrivere una pagina fondamentale nella storia della Calabria, andando fino in fondo su questa questione ». L’ex europarlamentare ha sollevato, poi, diversi appunti all’indirizzo delle «costosissime campagne promozionali a favore del turismo calabrese» lanciate dalla Regione. Per Donnici «prima di promuovere il “prodotto Calabria” - ha chiarito nello specifico il politico - la Regione avrebbe dovuto renderlo fruibile, bonificarlo, preoccuparsi di far funzionare i depuratori e adottare ogni indispensabile misura di tutela e prevenzione ambientale ». Invece la pubblicità ha prodotto l’effetto contrario secondo Donnici, «con i turisti - ha aggiunto - che arrivano da noi e appena mettono piede sulle spiagge rifanno i bagagli e vanno via, come testimoniano le centinaia di e-mail di protesta e segnalazioni che ci arrivano ogni giorno. La nostra denuncia - ha annotato nel concludere il proprio intervento - è fatta non contro ma a favore. A favore dei calabresi, che hanno diritto a fare un bagno in acque pulite, del turismo e dell’immagine di tutta la nostra Regione dove il mare e il turismo rappresentano il nostro futuro». Sugli aspetti tecnico-giuridici e sulle precise motivazioni alla base dell’esposto denuncia poi si sono soffermati gli avvocati Gianfranco Saccomanno e Lanfranco Calderazzo parlando di un «richiamo forte mosso dalla necessità di attirare l’attenzione affinché sull’inquinamento delle coste tutti facciano il proprio dovere fino in fondo» e sulla reale sussistenza, e non sensazionalistica, del reato di disastro ambientale, che si configura quando «alcune pratiche espongono al nocumento un numero indeterminato di persone » come ha chiarito l’avvocato Calderazzo citando la giurisprudenza in materia.

di Stefano Mandarano
da "Il Quotidiano della Calabria" del 24/07/2009

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