
CONFIDA di essersi sentito «a volte da solo» a fronteggiare la spinosa vertenza legata al servizio di raccolta dei rifiuti nel capoluogo e nell'intero territorio comunale, senza capire che «alcuni problemi sono di tutti. Ma non fa nulla. Capita a chi fa politica e un giorno si trova anche ad amministrare». Silvestro Scalamandré non va tanto per il sottile. E' lui stesso ad intrattenere il cronista. Lo fa davanti al Comune. Parla a tutto campo e letteralmente si sfoga. Dopo le denunce dei giorni scorsi da parte del Quotidiano su un discutibile servizio di raccolta dei rifiuti, soprattutto per quel che riguarda la differenziata, il responsabile dell'Ambiente di Palazzo Luigi Razza ci tiene a fare chiarezza. Scalamandrè non intende passare per l’unico capro espiatorio di una, probabilmente, mai chiusa emergenza rifiuti. E, dunque, parla, spiega e racconta. Qualche volta punta l'indice. Altre invita a ragionare. Ricostruisce «il lavoro e l'impegno dell'amministrazione Sammarco, spesso dimenticati». E ammette che per avere un territorio definitivamente pulito bisognerà attendere la costituzione dell'Ato. Poi alla domanda perché Vibo è ancora sporca, lui risponde, con estrema franchezza, che «la colpa è di tutti». Cittadini compresi, ovviamente.
Assessore, rifiuti uguale emergenza costante?
«Bisogna andare cauti con le definizioni. Il concetto di emergenza contiene in sé la possibilità di un forte rischio di natura sanitaria che a sua volta può provocare problemi di ordine pubblico. Descrivere un disservizio, che pure può capitare ed è capitato, immediatamentecome emergenza, rischia di ingenerare nell'opinione pubblica confusione e disorientamento, che in una situazione percepita come irrimediabilmente compromessa, potrebbe abbandonarsi a comportamenti inconsulti che potrebbero finire col rendere effettiva quell'emergenza, che io considero, per fortuna, oggi solo paventata come tale».
Sì, ma prima dell'estate…
«E' vero. A giugno abbiamo avuto giorni di vera preoccupa - zione, la “crisi del cartone”, determinatasi a cavallo del passaggio del servizio di raccolta differenziata ad altra società (Eurocoop, ndr), aveva ingenerato tra i lavoratori forti tensioni dettate dalla preoccupazione di perdere il lavoro».
Secondo lei, perché a distanza di tre anni stiamo qui a parlare ancora di rifiuti?
«Di rifiuti inevitabilmente se ne parlerà ancora per molto e io spero in modo diverso. Se ne dovrà parlare perché il nostro paese, al contrario di quanto è accaduto in molte altre nazioni europee, sconta un ritardo soprattutto sul piano dell'approccio culturale. Noi abbiamo perseguito la “politica delle discariche” fin quando non ci siamo accorti che queste erano stracolme, e non si riusciva più a capire dove collocare la massa di rifiuti domestici che di anno in anno cresceva sempre di più».
Ma qualcosa sta cambiando?
«Solo di recente, poco più di un decennio, si è imposta la necessità di rivedere il concetto di gestione dei rifiuti solidi urbani in un'ottica di riduzione della quantità prodotta, e nel contempo di puntare e sviluppare la raccolta differenziata, il recupero e riciclaggio dei vari elementi. E' quello a cui stiamo, come amministrazione comunale, già da tempo lavorando».
Perché tutto ciò non lo avete fatto finora?
«Non c'è dubbio che in materia di raccolta differenziata, da noi come nel resto della regione, si è accumulato un grave e pesante ritardo. Per amor di verità non addebitabile direttamente ai singoli Comuni. Su iniziativa del governo, il compito di organizzare e sviluppare la raccolta differenziata è stato attribuito all'ufficio del Commissario per l'emergenza rifiuti appositamente costituito, che ha di fatto surrogato in materia le funzioni dei Comuni, con risultati poco lusinghieri. Lo dicono soprattutto i dati, non io».
Come stanno le cose oggi?
«Agli inizi dell'anno, si era decretata la chiusura della fase emergenziale e il passaggio alla gestione ordinaria, con l'attribuzione delle competenze agli enti territoriali. Poi il Governatore ci ha ripensato, ma non del tutto. Vedremo ».
Parlava dell'impegno dell'amministrazione Sammarco.
«Come amministrazione comunale, per non rischiare di ritrovarci a fronteggiare nuove situazioni di crisi, considerato anche che a metà ottobre scadrà il contratto con la società che attualmente fornisce il servizio, abbiamo provveduto ad approvare il nuovo progetto per la raccolta integrata dei rifiuti ed avviato le procedure del bando di gara».
Con la prossima costituzione delle Ato, come la mettete?
«La costituzione delle Ato è prevista dal nuovo piano regionale per la gestione dei rifiuti, in obbedienza al principio, che io ritengo corretto, in virtù del quale ogni provincia deve provvedere allo smaltimento dei propri rifiuti. Una volta attivate credo solleveranno i Comuni da molte difficoltà, e permetteranno una gestione del ciclo dei rifiuti più produttiva ed efficace».
Questo è l'auspicio. Ma poi?
«Il timore è che il nuovo soggetto ricalchi la strada delle società miste che, ad oggi, si è dimostrata complessivamente fallimentare (riferimento alla Proserpina, la società mista messa recentemente in liquidazione, ndr). I tempi della costituzione delle Ato al momento sono molto incerti. Per questo, ripeto, l'amministrazione ha deciso doverosamente di assicurarsi, con la nuova gara, la possibilità di un servizio che l'affrancasse dai possibili rischi di nuovi disagi».
Da quanto dice si intuisce che lei attribuisce grande importanza a questo nuovo bando di gara. Perché?
«Per un motivo semplice: il tempo. Mi spiego meglio: finora, per motivi e circostanze varie, che sarebbe troppo lungo elencare in questa occasione, si è proceduto con affidamenti temporanei, di breve durata del servizio, il che, oggettivamente, ha costituito un limite ad una programmazione puntuale ed efficace proiettata al conseguimento di precisi obiettivi che avrebbero avuto necessariamente bisogno di un arco di tempo più ampio per essere raggiunti. Il nuovo progetto si articolerà per unperiodo di cinque anni. Questa volta davvero ci sarà il tempo necessario per costruire, in materia di rifiuti e di pulizia della città, una svolta».
Ci anticipi qualche novità di rilievo.
«Tra le novità più importanti, il bando prevede la raccolta differenziata porta a porta che porterà la città di Vibo ad adeguarsi ai migliori standard di raccolta differenziata del nostro Paese. Ciò significherà tra l'altro l'eliminazione progressiva dei fastidiosissimi e indecorosi cassonetti stradali».
La città può sperare nel prossimo futuro di ottenere uno standard di pulizia più alto?
«Credo che non solo lo debba sperare, ma lo debba esigere. Ma occorre essere chiari su un punto essenziale: per raggiungere lo standard auspicato, il servizio, anche il più efficiente, da solo non basta. E' necessario che si comprenda che il problema dei rifiuti è il risultato della somma della responsabilità di ciascuno di noi, nessuno escluso».
Tutti responsabili?
«Certo. Faccio un esempio: sento richiamare ed esaltare, qualche volta, la pulizia delle città svizzere. Ma in quelle realtà, il servizio è certamente efficiente anche per l'alto senso civico del cittadino, che non solo non si sognerebbe mai di abbandonare per strada rifiuti,maè attento anche che altri non lo facciano. Ribadisco: per ottenere lo standard di pulizia da lei richiamato, c'è bisogno di un'azione di grande responsabilizzazione collettiva, senza della quale i risultati conseguibili saranno destinati a rimanere piuttosto modesti».
Da noi invece?
«Quello che fa fatica da noi ad affermarsi è la consapevolezza che la città sia la casa di tutti, e che, per tenerla in ordine e pulita, occorre il concorso di ognuno. E' un approccio di ordine culturale, di mentalità, su cui bisogna agire ed insistere perché quel concetto venga riconosciuto ed affermato. Ci vorrà del tempo. Oggi, sotto questo profilo, la situazione è sconfortante. Nelle nostre strade accade di tutto. Sacchetti gettati al volo dalle vetture, altri abbandonati nei punti più disparati, pacchetti (vuoti) di sigarette che svettano dai finestrini delle auto in corsa, qualcuno che prova a centrare il cassonetto lanciando la busta direttamente dal balcone di casa; potrei continuare a lungo. E' come se quello di sporcare si ritenesse un diritto, perché tanto tocca comunque al Comune il dovere di pulire. Perversione pura e semplice».
Tutti sporcaccioni i vibonesi?
«Per fortuna no. Anzi, io penso che sia una sparuta minoranza che si abbandona a questicomportamenti, sufficiente però a sporcare la reputazione e l'immagine di tutti».
Lei fin qui ha enumerato le cause. Ma la città va comunque pulita, e non sempre è cosi.
«In questo contesto di cose, è difficoltoso tenere la città costantemente pulita. Lo svuotamento dei cassonetti avviene tutti i giorni regolarmente, e questo è già un risultato, mi creda, non da poco».
Va bene, ma parliamo di altro ancora. Il solo svuotamento non basta a fare una città pulita.
«Lei probabilmente si riferisce allo “spazzamento”. Non è che non si faccia, e non sarò io a negare i problemi che ancora abbiamo. Tenga presente che il servizio viene svolto entro le ore nove di mattina, fino a quell'ora buona parte della città ha un aspetto decente, nelle prime ore del pomeriggio già la situazione cambia. Avremmo bisogno di un servizio permanente, almeno nelle dodici ore del giorno, dalle otto alle venti».
Perché non lo fate?
«E' troppo oneroso. Non ci rimane che puntare sul cambiamento delle abitudini».
Recentemente il mio giornale ha denunciato la presenza, in vari punti della città di vere e proprie discariche abusive, dove spesso, tra le altre cose si rinviene la presenza di materiali pericolosi come per esempio l'eternit, composta di amianto. Riconoscerà che è un'indecenza intollerabile.
«Lo è infatti. In questo caso, è bene dirlo, ci troviamo di fronte a un problema di ordine pubblico. Si tratta di discariche abusive, come lei giustamente rileva. Vuol dire che chi getta rifiuti, fuori dai luoghi destinati a questo, viola la legge. Per quanto riguarda l'eternit che contiene amianto, sostanza pericolosa per la salute, si tratta di reato di ordine penale, in quanto “abbandono di materiale pericoloso in luogo pubblico”. E' una vera piaga».
E voi che fate?
«Il Comune di volta in volta procede alla bonifica. A volte non tempestivamente, come il suo giornale non ha mancato di rimarcare, ma mi creda, è davvero difficile rincorrere questo mal costume. Appena il tempo di bonificare e poco dopo si riformano le discariche abusive. Bisognerebbe attivareun efficiente sistema di controlli, che attualmente non abbiamo, o quantomeno, visti i risultati, è certamente molto debole, insufficiente. Il controllo del territorio deve diventare una priorità, e non solo per i problemi legati ai rifiuti».
E' ottimista per il futuro?
«Sarebbe un'incongruenza per chi ha scelto l'impegno politico, non esserlo. La politica è per definizione lo strumento principe di soluzione dei problemi della polis e più in generale della trasformazione della realtà. Chi non confida in questa possibilità, fa bene a starsene in disparte».
Lei è un uomo tenace, oggi vale ancora la pena spendersi per portare avanti un'idea?
«Decisamente sì».
Perché?
«Viviamo un momento storico in cui le idee o come si diceva un tempo, gli ideali, contano sempre meno, e sempre più spesso soppiantati da interessi personalistici. Una politica malata non può che produrre società malate. Per questo è importante battersi per recuperare e riaffermare il valore etico dell'impegno politico».
Terminiamo: pensava mai di entrare nella giunta della sua città?
«E' insita nell'impegno politico, la eventualità di dover assumere responsabilità di governo. Quando arriva il momento, non ci si può tirare indietro. Bisogna accettare la sfida e dare prova di sè. Ci ho pensato, sì, ma non ne ho mai fatto un'ossessione. Certamente non è stata, per me, il motivo o lo scopo della mia militanza politica».
E' pentito della scelta?
«Per niente».
Quali i motivi?
«Considero un onore avere avuto la possibilità di rendere un servizio alla mia città. Spero utile».
Si va avanti, dunque?
«Comunque».
di Francesco Mobilio
da "Il Quotidiano della Calabria" del 31/08/2008
2 commenti:
Le affermazioni dell'assessore Scalamandrè sono grottesche.
Prendo solo alcune delle sue risposte per porre argomentazione alla vicenda di un amministratore da Repubblica delle Banane.
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"...Faccio un esempio: sento richiamare ed esaltare, qualche volta, la pulizia delle città svizzere. Ma in quelle realtà, il servizio è certamente efficiente anche per l'alto senso civico del cittadino, che non solo non si sognerebbe mai di abbandonare per strada rifiuti, ma è attento anche che altri non lo facciano."
Appurato che la colpa per la presenza di rifiuti è di un numero imprecisato di cittadini, che ahimè da qualche parte devono pur riporre l'immondizia, egli si prende la briga non solo di accusarli perchè non hanno senso civico, ma li condanna poiché non fanno da sentinella contro i loro concittadini rei di buttare la spazzatura. Che infami questi concittadini! A quanto vuole farci intendere i cittadini della Svizzera Verde sono dotati di senso civico che a noi vibonesi manca.
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"...la situazione è sconfortante. Nelle nostre strade accade di tutto. Sacchetti gettati al volo dalle vetture, altri abbandonati nei punti più disparati, pacchetti (vuoti) di sigarette che svettano dai finestrini delle auto in corsa, qualcuno che prova a centrare il cassonetto lanciando la busta direttamente dal balcone di casa; potrei continuare a lungo."
Ma davvero questo scenario descritto dall'assessore è verosimile? O è detto solo per buttare la cieca colpa a chiunque tranne che a egli stesso. Facciamo il punto. Mettiamo che tutto questo scenario di gente impazzita sia vero. Mettiamo altresì che all'improvviso tutti questi quindici pazzi (forse dieci) rinsaviscano e non si comportino più nel modo da egli descritto. Il problema dei rifiuti sarebbe risolto? Certamente no.
La sua miope analisi solamente sposta il fulcro del problema, ma non lo risolve. Egli pone la questione sulle modalità in cui la spazzatura viene abbandonata (auto in corsa, gente impazzita dai balconi, ecc.) non sulla spazzatura intesa in senso fisico, le buste della monnezza per intenderci.
La spazzatura esiste a prescindere dalle modalità (supposte dall'assessore) con le quali viene riposta o malbuttata nei cassonetti. Quindi il problema è l'esistenza della spazzatura, non la modalità con la quale essa viene depositata.
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"E' come se quello di sporcare si ritenesse un diritto, perché tanto tocca comunque al Comune il dovere di pulire. Perversione pura e semplice»."
Ancora una cretinaggine dell'assessore. Non è diritto del cittadino smaltire l'immondizia nei cassonetti? Allora cos'è? La tassa per i RSU la paghiamo tutti e anche salata. O no? Al comune non spetta il dovere di pulire? Ma l'assessore è ammattito?
Allora le tasse sui rifiuti per cosa le paghiamo? Per riempire gratis le sue tasche?
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"Tutti sporcaccioni i vibonesi?
«Per fortuna no. Anzi, io penso che sia una sparuta minoranza che si abbandona a questicomportamenti, sufficiente però a sporcare la reputazione e l'immagine di tutti»."
Egli dice: "IO PENSO"? Ma qui si montano i discorsi sui pensieri-vaneggiamenti di fine agosto dell'assessore (magari dopo una bella insolazione)? I cittadini impazziti abitano solo nell'immaginazione dell'assessore? Ma siamo seri.
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"Lo svuotamento dei cassonetti avviene tutti i giorni regolarmente, e questo è già un risultato, mi creda, non da poco."
Che culo! Dopo aver sborsato le 300 euro per i rifiuti, possiamo ritenerci davvero fortunati.
(da "Il Quotidiano" del 31/08/2008)>>"E' ottimista per il futuro?
«Sarebbe un'incongruenza per chi ha scelto l'impegno politico, non esserlo. La politica è per definizione lo strumento principe di soluzione dei problemi della polis e più in generale della trasformazione della realtà. Chi non confida in questa possibilità, fa bene a starsene in disparte»."
Su quali basi l'assessore si sente ottimista visto che il passato è stato un succedersi di disastri nella gestione del problema dei rifiuti? Forse per la sciaugurata convinzione che dopo aver toccato il fondo per tre anni, giocoforza si dovrà migliorare? Solo per questo?
Invece di parlare di "polis" e dare lezioni e sventolare ideali si metta in disparte consegnando le sue dimissioni irrevocabili al sindaco. Chissà magari quest'ultimo farà altrettanto. E sarebbe un bene per tutti noi vibonesi. Cittadini sporcacioni.
Carlo
Vibo Valentia
Nel mio piccolo, ho sempre pensato che gli attori o i fenomeni da baraccone non dovrebbero ricoprire cariche pubbliche...ma davvero si pensa che il "popolo" vibonese è un crogiuolo di stolti e dementi? certi figuri dovrebbero capire che sarebbe meglio ritirarsi anzichè regalare gratuitamente spettacoli, peraltro, non graditi.
Cordialmente,
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