
Sono arrivati di buon mattino, carte alla mano, penne e documenti sui quali erano riportate tutte le anomalie riscontrate nel corso delle precedenti attività di controllo nello “Jazzolino”. Celermente, hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dalla Procura di Vibo e riguardanti il sequestro di tre reparti, dell’impianto elettrico e con conseguente notifica di 33 avvisi di garanzia. Nuovamente, quindi, sull'ospedale vibonese si è abbattuta una nuova bufera giudiziaria dopo quelle che lo hanno visto teatro nei mesi scorsi e nelle ultime settimane. Non sembra esserci, dunque, pace per un nosocomio che, nonostante le numerose ed onerose ristrutturazioni, assurge periodicamente agli onori della cronaca, ovviamente negativamente, per aspetti che questa volta non hanno a che fare con morti sospette, ma che, comunque, da queste hanno preso avvio. Le contestazioni mosse dai carabinieri riguardano inadeguatezze strutturali riscontrate in diversi reparti del presidio ospedaliero ma che, in tre in particolare, sono risultate maggiormente marcate tanto da spingere il procuratore capo Mario Spagnuolo e il suo pool di inquirenti (i sostituti procuratori Simona Cangiano e Fabrizio Garofalo) a procedere al loro sequestro, attuato ieri mattina dai militari diretti sul posto dal capitano Stefano Di Paolo e dal tenente Gabriele Argirò, comandanti rispettivamente della Compagnia e del Nucleo operativo e radiomobile. Ed è anche dal ritardo dei lavori di messa in sicurezza dei locali, le cui inadeguatezze sono state più volte evidenziate nel corso di precedenti ispezioni del Nas e del Noe, che la Procura ha deciso di muoversi con fermezza ed urgenza. Nel mirino degli investigatori soprattutto i reparti di Immuno-ematologia (diretto dal primario Vincenzo Santamaria), Ortopedia (Michele Soriano) e del Pronto soccorso (Vincenzo Natale), quest’ultimo ancora alle prese con i lavori di ristrutturazione. Nonostante il provvedimento, l'attività degli stessi non sarà interrotta e quindi le prestazioni medico-sanitarie potranno essere erogate normalmente, poiché il commissario straordinario dell'Azienda sanitaria vibonese, Rubens Curia, nominato custode giudiziale, avrà la facoltà di decidere sull'utilizzo degli stessi salvaguardando, in tal senso, il diritto alla salute della collettività. Allo stesso tempo, sempre Curia dovrà procedere all'adeguamento immediato o, comunque, in un termine non superiore ai trenta giorni, delle unità operative poste sotto sequestro. Un mese di tempo, dunque, a disposizione dell'Asp per rimettere a norma di legge i locali “incrimina - ti” scaduti i quali la Procura, nel caso di esito non soddisfacente o, addirittura negativo, potrà disporre la chiusura totale degli stessi.
INDAGATI. Contestualmente al provvedimento di sequestro, i militari dell'Arma, in tutto una trentina, hanno provveduto a notificare ben 33 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone che prestano servizio nella struttura ospedaliera con compiti e mansioni diverse. Nella lista figurano, pertanto, non solo medici ma anche responsabili di settore nonché ex direttori generali dell'Azienda sanitaria vibonese (in particolare Francesco Talarico e Domenico Stalteri), a cui sono stati contestati numerosi capi d'imputazione; tra questi abuso di ufficio, illecito stoccaggio dei rifiuti speciali e mancato rispetto delle normative infortunistiche e sanitarie.
LE INFRAZIONI. Ma, nella sostanza, quali anomalie avevano riscontrato i carabinieri nel corso delle precedenti ispezioni nello “Jazzolino”, avvenute nel gennaio e dicembre del 2007, immediatamente dopo le tragiche morti di Federica Monteleone ed Eva Ruscio, e lo scorso settembre dopo il verificarsi di un nuovo black-out nella struttura? Nel corso delle ispezioni, secondo quanto si è appreso, sono state riscontrate precarie condizioni igienico- sanitarie. Sono emersi, inoltre, problemi dal punto di vista strutturale e, in particolare, anche per quanto riguarda l'impianto elettrico dei reparti sequestrati. In più è stata evidenziata la presenza di barelle e anche gruppi di continuità nei corridoi che impediva il libero passaggio sia dei pazienti che del personale medico-infermieristico, la non perfetta efficienza delle porte di sicurezza ed antincendio, la presenza di tubature danneggiate con conseguente perdita di liquidi all'interno dei locali, prese elettriche rese “off-limits” sol - tanto con il nastro adesivo. Una situazione comune un po' a tutti i reparti ma che, in quelli sottoposti a sequestro, è stata maggiormente riscontrata anche in virtù del fatto che, nonostante le segnalazioni precedenti, non si era provveduto, a parere degli organi inquirenti, a disporre interventi che potessero consentire la messa a norma dei locali.
LE SEGNALAZIONI PRECEDENTI. Già a gennaio scorso i carabinieri del Nas di Catanzaro, dopo un controllo straordinario disposto dal Ministero della Salute, riscontrarono nell’ospedale di Vibo Valentia circa 800 infrazioni. In quell'occasione i carabinieri denunciarono in stato di libertà 30 persone tra dirigenti e medici della struttura ospedaliera accusati a vario titolo di inosservanza delle normetese a garantire la sicurezza e la salubrità nei luoghi di ricovero e di lavoro. Durante i controlli fu rilevata la presenza di impianti elettrici non a norma; l’omessa custodia di rifiuti sanitari a rischio infettivo; la mancanza di requisiti igienico-sanitari e strutturali; umidità e scarsa pulizia negli ambienti di lavoro; l'impraticabilità delle vie di fuga perchè ostruite; la mancanza dei cartelli segnaletici di sicurezza; la non corretta tenuta dei registri di entrata ed uscita dei farmaci ad azione stupefacente.
di Gianluca Prestia
da "Il Quotidiano della Calabria" del 28/10/2008
1 commento:
Bisogna solo sperare che non ci ammalimo mai poveri noi in che mani siamo.........................................
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